Cenni di storia

Il cognitivismo nasce intorno al 1950 come evoluzione del comportamentismo e come rovesciamento del paradigma deterministico che caratterizzava in quegli anni sia il neo-nato comportamentismo, che il modello psicanalitico ben più ancorato nel panorama psicologico di quel tempo. Il comportamentismo infatti presupponeva una stretta relazione tra stimolo percepito e risposta dell'individuo attraverso il processo del condizionamento classico; il focus era dunque orientato sugli stimoli esterni come causa del disagio della persona. Anche il modello psicanalitico contemplava un aspetto deterministicoall'interno del suo modello ponendo l'accento sulla forza di pulsioni e istinti interni all'individuo e che ne guidano azioni e stati interni.

A partire dagli anni '50, un filone della psicologia comincia a studiare e porre attenzione ai processi cognitivi svolti dall'individuo, cioè si focalizza su pensieri e immagini coinvolti nell'elaborazione dell'informazione e del loro impatto sul comportamento. In particolare ci si orienta sui pensieri disfunzionali che inducono comportamenti non adattivi. Nasce il cognitivismo, che vede l'uomo costruttore attivo della propria realtà, egli crea il suo sapere e le rappresentazioni del mondo.

Un impulso notevole alla nascita del cognitivismo è da tributare a George Kelly con la sua “psicologia dei costrutti personali”, con la quale lega i comportamenti disfunzionali al modo in cui l'essere umano usa i propri costrutti e perciò da' significato alla realtà:la realtà oggettiva non esiste ma si costruisce.

Si afferma poi successivamente, nel mondo anglosassone, la teoria cognitiva di Aarold Beck, rivolta inizialmente al trattamento dei disturbi depressivi, e la teoria razionale emotiva di Ellis, entrambe teorizzano la presenza di modalità di processamento dell'informazione sogggette a rigidità e credenze erronee. L'una presuppone la presenza di distorsioni cognitive, l'altra di idee irrazionali che inducono alla formazione di emozioni in accordo col tipo di elaborazione cognitiva fatta e che poi a sua volta produce un comportamento disfunzionale.